Onderzoek
Costruire tabernae
L’investimento commerciale nelle città dell’Italia romana
In una lettera dal 18 aprile 44, Cicerone scrive al suo amico Attico che due delle sue tabernae a Puteoli erano crollate, e che aveva già approntato un piano per ricostruire l’edificio in un modo che gli avrebbe permesso di guadagnare di più. È uno dei pochissimi riferimenti a un fenomeno che era comune nelle città dell’Italia romana: l’investimento in strutture commerciali da parte dell’élite. Gli spazi commerciali costituivano un elemento centrale nei paesaggi urbani delle città romane. La struttura commerciale romana più tipica era la taberna, un ambiente di forma spesso rettangolare contraddistinto da un’ampia apertura sulla strada. Mai costruita come edificio indipendente, la taberna riveste un ruolo marginale nello studio dell’architettura romana e nelle discussioni sull’urbanistica romana: sono pochi gli studiosi che hanno studiato la taberna come fenomeno storico e socio-economico.
Esistono comunque buone ragioni per guardare da vicino alla storia della taberna. Essendo più che un semplice elemento costante e invariabile nello spazio urbano, la taberna vanta una storia propria di grande importanza per la nostra conoscenza dell’evoluzione della città romana. Costruire tabernae era un investimento commerciale che, come nel caso di Cicerone, fruttava denaro ai proprietari: la decisione di costruire tabernae era fondata su una comprensione o, almeno, un’analisi del mercato locale. Le tabernae erano presenti in tutta la città, ma abbondavano in special modo nelle strade principali. La densità del paesaggio commerciale di una città dipende dalle dimensioni e dalla struttura dell’economia locale.
Partendo dai siti che sono stati oggetto di numerosi scavi, come Pompei e Ostia, il progetto Building Tabernae dell’Università di Leida punta a migliorare la nostra conoscenza dello sviluppo storico dei paesaggi commerciali nelle città dell’Italia romana. Oltre all’analisi delle tabernae e della loro diffusione entro le aree urbane, il progetto esaminerà i contesti nei quali le tabernae furono costruite: anche nelle città note troppo frammentariamente perché sia possibile conoscere le dinamiche del loro paesaggio commerciale, è spesso possibile capire i contesti nei quali le tabernae oggetto di scavi furono costruite. Concentrarsi sui contesti degli investimenti permette dunque di confrontare gli sviluppi visibili a Pompei e Ostia con ciò che succede altrove.
Originariamente, nel periodo repubblicano, le tabernae furono costruite soprattutto in due contesti. Nel contesto privato, le tabernae apparivano come parte di case ad atrio. In un contesto pubblico, le tabernae potevano circondare il forum. Case ad atrio con tabernae dal periodo repubblicano sono presenti ovunque in Italia, mentre tabernae dello stesso periodo sono state trovate per esempio intorno al foro di Pompei e Paestum. Entrambi i tipi di tabernae continuarono a rivestire un ruolo determinante nel periodo imperiale; tra gli esempi risalenti al II secolo d.C. troviamo il foro di Herdonia e la Domus Fulminata a Ostia. Apparirono però nuovi tipi di investimento. A Pompei, il II secolo a.C. sembra rappresentare il punto di svolta a tal proposito: edifici pubblici, come terme e mercati, cominciavano a essere circondati da file di tabernae – uno sviluppo che più tardi si registra anche a Ostia. Qui, i due complessi termali più grandi avevano tabernae persino all’interno delle palestre. A Roma, le terme di Caracalla furono dotate di oltre quaranta tabernae lungo la Via Nova. Si osserva inoltre la comparsa di complessi progettati appositamente per le tabernae. A Pompei si è costruita una fila di tabernae lungo la Via degli Augustali e fuori Porta Ercolano. A Ostia, complessi di questo genere possono essere trovati lungo il decumano occidentale e tra il Foro e il Tevere. Dalla Forma Urbis Romae dal III secolo d.C. si evince che complessi simili esistevano anche nell’Urbs.
Uno dei quesiti principali del progetto Building tabernae è fino a che punto questi nuovi tipi di investimento erano diventati comuni nell’Italia romana. La prima impressione è che l’investimento commerciale rimaneva tradizionale in gran parte dell’Italia romana: progetti edilizi della grandezza di quelli rinvenuti a Ostia e Pompei sembrano rari, anche se le tabernae abbondavano in molte città. Ciò suggerisce un dato importante circa la storia urbana dell’Italia romana, e in particolar modo sulla posizione relativa di Pompei: più che una piccola città provinciale, Pompei sembra essere stata un centro urbano assai commercializzato, fatto che si può facilmente ricondurre alla sua posizione nella ricca baia di Napoli. Nei prossimi anni, lo studio dei resti archeologici di tabernae nelle città dell’Italia romana consentirà al progetto di verificare queste prime impressioni, e di capire meglio la storia dell’investimento commerciale nell’Italia romana.
Per maggiori informazioni visitate il sito buildingtabernae.org
TEAM DI RICERCA
Miko Flohr, Università di Leida
DURATA PREVISTA PER IL PROGETTO
2013-2017
ISTITUTI SOVVENZIONATI
Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica (NWO)